La coperta –il gelcoat

La coperta –il gelcoat

Negli anni la nostra coperta si ingiallisce e assume un colore opaco dovuto agli agenti atmosferici ma soprattutto al sole che rende meno brillante il gelcoat.

Se poi la laviamo di rado si creano pure delle righe più scure dovute ai rivoli che colano dalla tuga e dalla base albero difficili da eliminare; aggiungiamo piccole abrasioni dovute a drizze che sfregano sulla coperta e la usurano, mezzi marinai e tangoni che cadono e scheggiano il gelcoat e creano piccole scalfitture con corollarie crepe a raggiera le cosiddette zampe di gallina, in queste condizioni la vostra barca mostrerà più anni di quelli che ha e gradualmente anche voi inizierete ad avere meno cure per lei con un progressivo degrado e disinnamoramento e desiderio di disfarvi della barca al più presto.

Per le zampe di gallina non possiamo fare molto se non usare uno sbiancante per eliminare quelle brutte crepe scure mentre è assolutamente fondamentale sistemare i piccoli colpi che hanno tolto il primo strato di gelcoat.

Normalmente le coperte delle barche in vetroresina sono costruite in sandwich e una crepa o un piccolo buco sulla coperta comporta l’infiltrazione di acqua all’interno del sandwich con conseguente rigonfiamento e possibile passaggio d’acqua; la crepa va pulita con un detergente tipo diluente universale o meglio acetone, se è molto stretta si può creare una piccola svasatura per favorire l’inserimento della riparazione. A questo punto bisogna procurarsi un barattolino di gelcoat con il relativo componente induritore se possibile dal cantiere produttore per avere un colore uguale a quello della vostra coperta. Mi rendo conto che  difficilmente troveremo il colore giusto magari perché la barca non è più in produzione o il cantiere non è disponibile a fornirvi una piccola quantità di prodotto e quindi vi spetta una ricerca del gelcoat che più si avvicina come colore al vostro. Preparatene una piccola quantitàt mischiando il prodotto con una piccola dose di induritore e colate alcune gocce nel buco avendo prima cura di mettere la carta gommata attorno per evitare di sbordare fuori. Per le crepe potete aiutarvi con una spatola per stenderlo.

Dopo 12 / 24 ore togliete la carta e se necessario date una cartatina con un tampone con carta ad acqua da 500 per livellare.

Per le righe scure sulla tuga generate da rivoli di acqua sporca e eventuali macchie prodotte da candelieri, scalette tientibene , ecc. nei negozi di casalinghi potete trovare dei prodotti per togliere la ruggine che potete usare con delicatezza usando un pennellino e una spazzola di plastica per strofinare facendo attenzione ad usare i guanti e a sciacquare dopo la smacchiatura.

Fatte le piccole rifiniture la coperta va sbiancata per ridare il suo splendore originario; per questo potete usare la candeggina o prodotti specifici per la vetroresina nei negozi di nautica sempre con i guanti e diluita 1 a 5 da stendere sulla coperta e dopo un buon quarto d’ora passare con una spazzola di plastica o di saggina e olio di gomito. Sciacquare poi con una buona passata d’acqua e spazzolone e vedrete il risultato.

Se necessario ripetere l’operazione una seconda volta; io consiglio di mettere della carta gommata sulla falchetta per evitare che la candeggina coli lungo l’opera morta e generi dei rivoli che poi dovrete eliminare.

Dopo il trattamento sbiancante io di solito uso un detersivo liquido per cucina tipo “last al limone” diluito in acqua per il lavaggio finale della coperta anche se nei negozi di nautica si trovano dei prodotti specifici per la pulizia e lucidatura .

A questo punto vanno controllate le decorazioni che normalmente ci sono sulla coperta in particolar modo sulla tuga; alcuni cantieri utilizzano degli adesivi per le decorazioni tipo Beneteau mentre per altri le classiche righe sulle fiancate della tuga sono verniciate. Se non avete decorazioni valutate l’ipotesi di farle perché oltre a dare un tocco di nuovo snelliscono la murata della tuga e rendono la barca più gradevole come linea e più slanciata.

I disegni che hanno creato uno standard sono stati introdotti negli anni 60 dalla Nautor o poi emulate dai vari cantieri Del Pardo, Comar, Dufour,Bavaria.

Oggi quasi tutte le barche hanno un motivo sulla tuga generalmente blu che le contraddistingue.

Per le parti adesive il rifacimento è abbastanza semplice, basta andare da chi produce cartelli stradali o pubblicitari e procurarsi un rotolo di carta del colore che volete. Fatte le sagome dei disegni da sostituire o da aggiungere togliere le parti vecchie e scolorite facendo prima i segni per riposizionare il nuovo, pulire con un prodotto detergente e attaccare i nuovi adesivi.

Per le parti verniciate si tratta di una classica riverniciatura utilizzando le solite tecniche: carta gommata per i bordi, carteggiatura delle parti da verniciare con carta 100 e poi 150, eliminare la polvere e pulire in maniera minuziosa, sostituire eventuali parti di carta gommata rovinata dal carteggio e verniciare con smalto due componenti a rullo; io normalmente uso un rullino di spugna e non quello in feltro. Dopo 24 ore una lisciata con carta 200 e una seconda passata di smalto.

Dopo la pulizia e sbiancatura del gelcoat e il lifting delle decorazioni sulla tuga la vostra barca dimostrerà molti meno anni come una bella signora che è appena uscita dall’estetista.

Importante mantenere una frequenza costante nella pulizia ordinaria della coperta, tenerla protetta durante i periodi invernali ed evitare di tenere attrezzature abbandonate sopra la barca.

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